• Intervista a Francesco Vincenzi: "La crisi idrica è strutturale, è fondamentale pianificare e programmare"
    CAE MAGAZINE n.61 - Febbraio 2022
    Intervista a Francesco Vincenzi: "La crisi idrica è strutturale, è fondamentale pianificare e programmare"

Intervista a Francesco Vincenzi: "La crisi idrica è strutturale, è fondamentale pianificare e programmare"

Intervista a Francesco Vincenzi: "La crisi idrica è strutturale, è fondamentale pianificare e programmare"

CAE Magazine ha intervistato Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI (Associazione Nazionale Bonifiche Irrigazioni Miglioramenti Fondiari) che ci ha parlato della crisi idrica che sta subendo l'Italia, da nord a sud, di quali conseguenze la siccità sta producendo in ambito agricolo e dell'impatto sociale e ambientale, dei progetti fondamentali previsti dal PNRR nei quali è coinvolto ANBI e del futuro stesso dei consorzi di bonifica.

Ci può dare un'istantanea della situazione idrica attuale e dell'impatto che avrà in agricoltura questo periodo di siccità?

È una situazione di forte criticità, e, soprattutto, è una situazione che si ripete da diversi anni: uno stato di crisi idrica che non è più emergenziale, ma purtroppo è divenuta strutturale. Per esempio, l'Emilia-Romagna sta avendo un deficit idrico storico rispetto alle medie passate. Gli stessi laghi come il Lago Maggiore, che serve a regolare il flusso dell'acqua del fiume Po, oggi è al 25-30% in meno. Anche la Basilicata, nonostante sia una regione ricca d'acqua, in questo momento di raccolta delle fragole, è in difficoltà visto che non c'è pioggia, così come in Puglia e in Molise, bacini dove in passato avevamo una tranquillità che oggi non c'è più.

Si sta consolidando il fatto che nei mesi invernali non piove più come eravamo abituati. Ci troviamo nei mesi primaverili con un’assenza totale di acqua, quest'anno aggravata dal fatto che manca il manto nevoso sull'arco alpino e sugli Appennini, a differenza dell'anno scorso. È vero che ha nevicato in questi ultimi giorni, ma la neve di dicembre perdura nel tempo e si scioglie nel lungo periodo, mentre le nevicate tra febbraio e marzo si sciolgono molto più velocemente. Quindi i bacini idrografici saranno tutti in difficoltà anche per la mancanza di neve. L'agricoltura ha necessità di anticipare l'utilizzo dell'acqua soprattutto perché rischiamo di perdere i raccolti. In alcune regioni non è piovuto per tre mesi e in primavera abbiamo le colture autunno-vernine come il grano, che hanno necessità di avere una minima quantità di acqua per potersi risvegliare, e inoltre inizieranno presto i trapianti delle colture: iniziano i meloni, le colture da seme, i pomodori da piantare tra marzo e aprile. Auspichiamo quindi che piova per riempiere i nostri laghi alpini e gli invasi.

Come è possibile risparmiare acqua in un periodo di siccità come quello che stiamo affrontando?

Risparmiare acqua è importante, eticamente lo facciamo tutti i giorni, cioè utilizziamo al meglio le risorse. lo facciamo attraverso i sistemi di monitoraggio delle esigenze, quindi le centraline e i sensori. D'altra parte, cerchiamo di indicare all'agricoltore il momento giusto per irrigare e avere la massima efficienza e la giusta quantità, con l'obiettivo finale di avere il massimo dal punto di vista organolettico del prodotto. Parlare di risparmio oggi è complesso, ci troviamo a irrigare delle colture che non si sono mai irrigate. Il grano, per esempio, non si è mai irrigato nelle regioni del nord Italia. Quest'anno, per non perdere il prodotto siamo costretti a irrigare il grano. Il tema è usare meglio l'acqua, ma cercare anche di utilizzarla per avere un impatto socio-economico e ambientale accettabile. Rischiamo che in alcune aree del delta aumenti la risalita del pugno salino rendendo questi territori molto più aggrediti dalla desertificazione, mettendo in crisi il sistema agro-ambientale. Quindi il tema dell'utilizzo dell'acqua va visto in tutte le sue sfaccettature, non solo economiche, ma anche ambientali e sociali.

Qual è il ruolo e l'impatto delle tecnologie?

Le tecnologie sono indispensabili, oggi più che mai, l'unica via è cercare di avere la massima conoscenza di dati per poter pianificare e programmare, non solo l'utilizzo dell'acqua, ma soprattutto le azioni da mettere in campo in tempi non sospetti. Non possiamo risolvere la siccità dichiarando lo stato di calamità, ma abbiamo bisogno di risolverla facendo investimenti sulle infrastrutture. Pensiamo per esempio agli invasi, all'efficientamento delle reti irrigue, o al monitoraggio e tele-controllo di tutta la rete di canali rispetto alle richieste di acqua irrigua. Il sistema deve essere sempre più implementato, sui big data si sta costruendo il mondo. Anche noi dobbiamo fare un passo in avanti che tra l'altro abbiamo già avviato.

Come è possibile sfruttare al meglio le risorse del PNRR?

Abbiamo alcune azioni molto importanti all'interno del PNRR. Innanzitutto, c'è il tema della sicurezza idraulica. Abbiamo bisogno di efficientare una rete, che per il 90% è promiscua nel nostro Paese, in termini di sicurezza idraulica ed efficientamento irriguo. Abbiamo necessità di creare una rete di invasi che ci permetta di aumentare la capacità di resilienza in termini di quantità di acqua. Oggi piovono mille millimetri di nebbia all'anno, ne tratteniamo il 10%. Credo che questo 10-11% debba arrivare a dei livelli ben più alti se vogliamo impedire danni, non solo economici, ma anche ambientali e sociali. Abbiamo la necessità di implementare le strategie per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Abbiamo la grande fortuna di avere a disposizione l'acqua per creare una rete di invasi che non sia solo di uso irriguo, ma anche umano e per la produzione energetica. La sostenibilità energetica è l'altra sfida. Se pensiamo al fotovoltaico nelle grandi infrastrutture irrigue è un esempio di come i Consorzi possano partecipare a un'idea di un nuovo modello di sviluppo per il nostro Paese basato sulla sostenibilità delle risorse.

Come vede il futuro dei consorzi di bonifica?

È chiaro che il ruolo dei consorzi di bonifica oggi è sempre più affermato e condiviso da tutte le Istituzioni. Oggi possiamo parlare di consorzi di bonifica a cui il Paese ha riconosciuto un ruolo importante in termini di risorse, ma soprattutto di strategicità, in un momento in cui i cambiamenti climatici devono essere affrontati con i fatti e le progettazioni. Oggi le Istituzioni hanno compreso e valorizzato il ruolo dei consorzi di bonifica e siamo tra gli Enti che riescono a spendere le risorse in tempi e in termini di qualità. Vedo un futuro sempre più roseo e di collaborazione, di sussidiarietà, non solo con le amministrazioni centrali dello Stato, ma anche con le Regioni e i Comuni che hanno sempre più bisogno, soprattutto sul tema del dissesto idrogeologico, di qualcuno che non solo elenchi la lista dei danni e delle necessità, ma che offra progettazione e lavori.



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